sabato 3 dicembre 2011

Politica di asilo: meno discorsi, più solidarietà

Bruxelles, 2 dicembre 2011 – La Commissione europea propone oggi di aumentare la solidarietà tra gli Stati membri nel campo dell'asilo e di fare in modo che sia garantita protezione alle persone in cerca di rifugio. Negli ultimi mesi, gli avvenimenti della primavera araba e il numero crescente di migranti in arrivo a Malta e nell'isola italiana di Lampedusa hanno portato in primo piano la questione della solidarietà in materia di asilo. Questi eventi hanno manifestato ancor più chiaramente la necessità di un sistema europeo comune di asilo e hanno rivelato la mancanza di fiducia reciproca tra gli Stati membri. La solidarietà dev'essere al centro della politica di asilo dell'Unione europea e la Commissione europea sta lavorando per questo. Anche se disponiamo già, in larga misura, di norme comuni, la solidarietà tra gli Stati membri in materia di asilo è ancora troppo scarsa. In alcuni paesi i sistemi di asilo non funzionano abbastanza bene.
Altri paesi semplicemente accettano troppo pochi richiedenti asilo: ad esempio, nel primo semestre di quest'anno più del 75% di tutte le domande di asilo sono state presentate in sei soli Stati membri (Francia, Germania, Belgio, Regno Unito, Svezia e Italia), il che significa che molti membri dell'UE potrebbero assumere una porzione molto più elevata di responsabilità. Inoltre, eventi imprevisti possono ridurre allo stremo le capacità di qualunque Stato membro: in simili casi l'Unione europea dev'essere pronta a sostenere gli Stati, per garantire che le persone in arrivo siano ricevute in modo dignitoso. "Abbiamo assistito a numerose dichiarazioni di solidarietà in materia di asilo, in particolare nel corso di quest'anno, ma le iniziative non sono state altrettante. Non è più tempo di parlare, adesso. I valori della solidarietà, della tolleranza e del rispetto reciproco devono essere tradotti in risultati concreti. Ecco perché quest'oggi proponiamo misure dirette ad aiutare gli Stati membri dell'UE ad assolvere il loro compito di offrire protezione a chi ne ha bisogno. Per gli Stati membri con sistemi di asilo carenti, è arrivato il momento di mettere le cose a posto", ha affermato Cecilia Malmström, Commissaria per gli Affari interni dell'Unione europea. In una comunicazione adottata oggi sul "Rafforzamento della solidarietà all'interno dell'Unione in materia di asilo", la Commissione europea propone di migliorare i sistemi di asilo grazie all'interazione tra la legislazione dell'Unione, una cooperazione pratica rafforzata e un uso migliore dei meccanismi di finanziamento europei. Per conseguire questi obiettivi si propongono le seguenti iniziative: rendere più efficace il ruolo dell'Ufficio europeo di sostegno per l'asilo (EASO): per rafforzare la cooperazione pratica, ad esempio, si potrebbe facilitare l'invio di funzionari all'estero al fine di aiutare gli Stati membri a far fronte a situazioni di particolare pressione; aumentare la quantità di fondi disponibili agli Stati membri e renderli più flessibili, tenendo conto delle notevoli oscillazioni del numero di richiedenti asilo; sviluppare e promuovere la ricollocazione di beneficiari di protezione internazionale da uno Stato membro all'altro, soprattutto tramite assistenza finanziaria; introdurre meccanismi di valutazione e di allarme rapido che consentano di individuare e affrontare problemi emergenti nei sistemi di asilo degli Stati membri. Basandosi sulla reazione dell'Unione alle conseguenze migratorie degli avvenimenti nel Mediterraneo meridionale, la comunicazione sottolinea soprattutto l'esigenza di un migliore coordinamento tra agenzie dell'Unione quali FRONTEX, Europol e l'Agenzia per i diritti fondamentali. Rafforzare la cooperazione tra le agenzie è importante sia per la reazione alle emergenze che nel lavoro proattivo, come l'analisi dei rischi e la capacità di allarme rapido. Contesto I flussi dei richiedenti asilo non sono costanti, né distribuiti in modo uguale nell'Unione europea: sono passati, ad esempio, da un picco di 425 000 domande per l'UE-27 nel 2001 a meno di 200 000 nel 2006, per risalire a 260 000 domande nel 2010. Per quest'anno si prevede un aumento: nella prima metà del 2011 il numero di domande di asilo è cresciuta del 14% rispetto alla prima metà del 2010. La solidarietà è un elemento centrale nel settore della migrazione da più di un decennio, fin dagli esordi della politica comune di asilo dell'Unione (CEAS), ed è ora sancita dall'articolo 80 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea. La necessità di tradurre la solidarietà in provvedimenti concreti scaturisce da realtà pratiche, poiché i sistemi di asilo degli Stati membri sono interdipendenti: un sistema sovraccarico o malfunzionante in uno Stato membro ha chiare ripercussioni su tutti gli altri. È quindi responsabilità dell'Unione assistere gli Stati membri e tenere alti i valori comuni e i diritti fondamentali dell'UE. Gli Stati membri, a loro volta, devono garantire che i loro sistemi di asilo ottemperino alle norme del diritto internazionale ed europeo, in particolare della Convenzione di Ginevra del 1951 relativa allo status dei rifugiati, della Convenzione europea dei diritti dell'uomo e della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea. Anche nel programma di Stoccolma, che costituisce la tabella di marcia per l'azione dell'UE nel settore "Giustizia, libertà e sicurezza", si auspica che l'Unione rafforzi la solidarietà in materia di asilo e, in particolare, che gli Stati membri siano solidali tra loro, in quanto condividono la responsabilità di istituire un sistema umano ed efficiente per la gestione dei flussi di richiedenti asilo. La comunicazione odierna costituisce un passo avanti per la realizzazione di questo auspicio.

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