mercoledì 23 novembre 2011

Documenti della Commissione

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EUROBOND

PREVISIONE ECONOMICA

GOVERNANCE ECONOMICA

Cambiamento climatico: norme UE più forti per monitorare le emissioni di gas a effetto serra

Bruxelles, 23 novembre 2011 –
Per sapere se l’UE e gli Stati membri sono sulla buona strada verso il conseguimento degli obiettivi di emissione e lo sviluppo di nuove strategie energiche per lottare contro i cambiamenti climatici, è fondamentale disporre di dati tempestivi e accurati sulle emissioni di gas a effetto serra. Oggi la Commissione europea ha proposto una legislazione per rafforzare sensibilmente il monitoraggio e la comunicazione delle emissioni di gas a effetto serra, in particolare per quanto riguarda l’adeguamento alle nuove prescrizioni del pacchetto unionale sul clima e alla legislazione sull’energia per il periodo 2013-2020. Connie Hedegaard, commissaria responsabile dell’Azione per il clima, ha dichiarato: “Migliorando la trasparenza, il coordinamento e la qualità dei dati comunicati, la proposta di oggi contribuisce a verificare meglio i nostri progressi per conseguire gli obiettivi di emissione. Questa proposta aiuterà inoltre a monitorare e a comunicare le emissioni legate alle attività di utilizzo del territorio, variazione della destinazione d’uso del territorio e silvicoltura (LULUCF), all’aviazione e ai trasporti marittimi, per citare solo alcuni settori. Speriamo che queste nuove norme servano da esempio anche nell’ambito dei negoziati internazionali sul clima e diventino un parametro di riferimento per la trasparenza dell’azione sul clima da parte dei paesi sviluppati”. L’UE e gli Stati membri collaborano già per monitorare e comunicare le emissioni di gas a effetto serra in virtù di una decisione adottata nel 2004 e redigono ogni anno gli inventari delle emissioni che sono utilizzati per valutare i progressi per conseguire gli obiettivi di emissione stabiliti dal Protocollo di Kyoto. Essi raccolgono e pubblicano le informazioni sulle proiezioni di queste emissioni nonché sulle politiche e misure per la relativa riduzione. Le norme vigenti trovano ampio fondamento nelle prescrizioni derivanti dal Protocollo di Kyoto.

venerdì 18 novembre 2011

La Commissione rafforza la dimensione “giustizia e diritti fondamentali” dei futuri bilanci dell’Unione europea

Commissione europea – Comunicato stampa

Bruxelles- 15 novembre 2011 – Quando vivono, viaggiano o fanno acquisti in uno Stato membro diverso dal loro, i cittadini devono poter essere a loro agio in Europa. Dovrebbero poter contare su una giustizia accessibile, ovunque si trovino nell’UE. Oggi la Commissione europea presenta delle proposte relative a programmi di finanziamento semplificati che contribuiscano a costruire uno spazio europeo di giustizia. I programmi sosterranno le azioni dell’Unione destinate a migliorare la cooperazione europea nell’ambito del diritto civile e del diritto penale, a permettere a ciascuno di esercitare più efficacemente i propri diritti in qualità di cittadino dell'Unione e a promuovere l’uguaglianza. Contribuiranno anche a rafforzare l’impegno dell’Unione nella lotta contro la criminalità, nel contrasto alla domanda e all’offerta di droghe e nella salvaguardia dei diritti delle persone (come gli imputati o le vittime di reati) nei processi penali. I due nuovi programmi rappresentano una semplificazione sostanziale rispetto ai programmi esistenti, con meno burocrazia e più efficienza nella gestione, e saranno attuati dal 2014 al 2020 con una dotazione di 803 milioni di euro.

martedì 15 novembre 2011

Eurocrisis: Green Paris Declaration adopted today

European Green Parties representatives adopted today in Paris a 12-points political proposal to step out of the current financial, social and economic crisis affecting Europe, and a roadmap for the refounding of the European project: European Greens are convinced that the European project needs to find a new sense of direction and purpose.
“These crises are eroding social cohesion and leading to political disintegration of the continent, driving us to irrelevance in the 21st century. Any scenario leading to the break-up of the Euro-zone, which would be the first step of the political disintegration of Europe, is unacceptable to us. Conversely though, any enhanced political integration of the Euro-zone cannot lead to the crystallization of a two-speed Europe”, said Philippe Lamberts, MEP and co-chair of the European Green Party.

I futuri finanziamenti nel settore degli affari interni: più fondi, maggiore flessibilità, norme più semplici

Commissione europea – Comunicato stampa

I futuri finanziamenti nel settore degli affari interni: più fondi, maggiore flessibilità, norme più semplici Bruxelles, 15 novembre 2011 – I recenti avvenimenti, dalla primavera araba agli attentati terroristici in Norvegia, dimostrano quanto è importante che l'Unione europea sia in grado di reagire rapidamente ed efficacemente in situazioni di crisi in rapida evoluzione. Per questo motivo la Commissione intende aumentare i fondi a disposizione del settore degli affari interni e migliorare e semplificare le modalità di gestione dei finanziamenti dell'UE. Nell'ambito del prossimo quadro finanziario pluriennale (periodo 2014-2020) la Commissione propone, per il settore affari interni, una dotazione complessiva di 10,7 miliardi di euro, pari ad un aumento del 40% circa rispetto ai fondi complessivamente stanziati per il periodo 2007-2013.

Come garantire il diritto dei migranti alla vita familiare

Bruxelles, 15 novembre 2011

È necessario cambiare le regole dell'Unione sul ricongiungimento familiare dei migranti? La Commissione europea dà inizio oggi a un dibattito pubblico sul diritto al ricongiungimento familiare dei cittadini di paesi terzi che vivono nell'Unione europea, in funzione del quale deciderà se è necessario intervenire e definire, per esempio, linee guida chiare, oppure modificare le regole attuali o lasciare invariata la situazione. I contributi delle parti interessate e dei cittadini saranno pubblicati sul sito la vostra voce in Europa. Precisazioni su contesto e contatti sono inoltre disponibili al seguente link. L'Unione si è dotata nel 2003 di norme comuni che stabiliscono a quali condizioni i familiari di cittadini di paesi terzi che soggiornano legalmente in uno Stato membro possono entrare e soggiornare nell'UE. "Il ricongiungimento familiare rende possibile la vita familiare e l'integrazione sociale degli immigrati", ha commentato Cecilia Malmström, Commissaria per gli Affari interni.

Una relazione evidenzia l'impatto positivo della mobilità dei lavoratori bulgari e rumeni sull'economia dell'UE

Comunicato stampa della Commissione Europea
Bruxelles, 11 novembre 2011 – Una nuova relazione pubblicata oggi dalla Commissione europea mette in rilievo il ruolo complessivamente positivo che i lavoratori in mobilità della Bulgaria e della Romania (UE-2) hanno svolto per le economie dei paesi ospitanti. Questi lavoratori hanno contribuito ad integrare il mix di abilità richiesto sul mercato del lavoro nonché a colmare i posti di lavoro vacanti in settori e professioni che registravano carenze di manodopera come ad esempio quello della costruzione, quello dei servizi alle famiglie e nella ristorazione. Dalle stime emerge anche l'impatto positivo della libera circolazione dei lavoratori rumeni e bulgari sul PIL a lungo termine dell'UE, con un aumento dello 0,3% circa nei paesi UE-27 (0,4% nei paesi UE-15).

lunedì 14 novembre 2011

On the Brussels’ Agreement: Europe’s Reverse Alchemy in full throttle

Yanis Varoufakis

The official unveiling of a systemic crisis
One knows that there is something rotten in the world economy when the fate of a Greek PM makes headlines all over the world and for a whole week. Greece is not, and ought not to be, that important. But Italy is. And so is, from a global perspective, Europe. For some time now, Europe has been hiding its ills behind its (Hellenic) little finger. At long last, the truth (which I have been at pains to shout from the rooftops for more than 18 months) is now out: This is a systemic crisis that threatens not only the euro but the world economy in its entirety. While Greece is insignificant, the eurozone, lest we forget, is the globe’s largest economy; a block that accounts for China’s single largest slice of exports, for one fifth of America’s exports, for more than $120 billion of Latin America’s exports, not to mention up to half of emerging Africa’s money-spinning trade (from fresh fruit and flowers to minerals). A deep recession in Northern Europe (which will surely result from the euro’s demise) is, thus, bound to unleash deflationary winds that will destabilise an already imbalanced global economy.

lunedì 7 novembre 2011

Referendum in Europa

Franco Russo

Non appena Papandreou, primo ministro greco, ha annunciato di voler indire seguendo la Costituzione un referendum sul piano di salvataggio varato dal Vertice Euro il 26 ottobre, i centri finanziari si sono scatenati: a decidere sui piani di salvataggio non devono essere i cittadini, sono i mercati. Infatti la reazione è stata di far schizzare i tassi di interesse sui titoli pubblici greci all’87%! Quelli italiani hanno raggiunto il 7%, e le borse sono crollate. I mercati comandano, i mercati danno gli ultimatum ai governi. Già ai primi di ottobre, Haris Kastanidis, ministro degli Interni (e della repressione) in Grecia, di fronte all’inarrestabile ondata di scioperi che da mesi paralizza il paese per impedire l’attuazione delle misure di austerità – cioè dei licenziamenti, dei tagli a salari stipendi e pensioni, delle privatizzazioni dei servizi sociali e della svendita del patrimonio pubblico imposti dalla Commissione Europea, dalla BCE e dal FMI – si è chiesto in Parlamento se non si debba indire «un referendum sulla crisi del debito che ha sprofondato il Paese (e l’Eurozona) nella peggiore crisi del dopoguerra» (riportato da Il sole 24ore, 6 ottobre 2011, p. 11).

sabato 5 novembre 2011

Time to resign, mr. Papandreou

Yanis Varoufakis

Last week, the European Union Council agreed on a set of policies for tackling the euro crisis. It was hoped that the new agreement (hereafter referred to as the October Agreement) would be a decisive step toward resolving a slow burning crisis that threatened to derail the euro, plunge the EU itself into a process of explicit disintegration and, consequently, drag into a new recession the global economy. Readers of these pages will know that I have taken the view that the October Agreement was made of the wrong stuff (click here, here and here). Others (including President Obama) have praised Europe for moving in the right direction, reserving their doubts and criticism for Europe’s pace along this, ‘righteous’, path. I beg to differ. The October Agreement was catastrophically bad in terms of the direction that it is taking Europe, not just due to its anaemic pace. (In my next posting I plan to sum up all the reasons for which the October Agreement is even worse for Europe than it is for Greece.)

giovedì 3 novembre 2011

Il referendum che fa paura

Salvatore Cannavò

La decisione greca di consultare i cittadini getta nel panico mezza Europa segno dello scarto tra tecnocrazie e democrazia. Eppure, il referendum e la possibilità di decidere è l'unica strada contro gli apprendisti stregoni Cosa c’è di meglio delle parole dell’agenzia di rating Fitch a proposito dell’eventualità di un referendum in Grecia sulle misure anticrisi, per capire cosa ci sta riservando l’Unione europea e quali fulmini si abbatteranno sui cittadini europei? “Il referendum greco – dice Fitch - mette a repentaglio la stabilità e la vitalità stessa dell'euro”. Terrore e panico sui mercati, le borse sprofondano, la politica europea va in subbuglio. La borsa italiana, ovviamente, scende più delle altre perché chi può pensare che un governo guidato da Silvio Berlusconi e dalla sua corte possa solo pensare di risolvere una crisi di questa portata? Il punto, però, in questo caso non è tanto Berlusconi quanto l’opposizione feroce che viene fissata tra le esigenze del risanamento e la democrazia. E così scopriamo che Sarkozy si dice “costernato” per la decisione annunciata dal premier greco Papandreou, la Germania è terrorizzata e Francoforte perde il 3,8 per cento in una sola giornata.

"Grandissima coalizione". Una nuova stabilità tedesca?

Paola Giaculli

Berlino, 27 ottobre - "Il voto al Bundestag di mercoledi segna l'inizio di una grosse Koalition informale", si legge nell'editoriale della Süddeutsche Zeitung, uno dei quotidiani più autorevoli tedeschi. Dopo il rifiuto della settimana scorsa di sottoporre l'ampliamento del fondo salva stati al giudizio dell'aula parlamentare del Bundestag di Berlino, la cancelliera Merkel "cede alle critiche dell'opposizione e dell'opinione pubblica" e fa votare il parlamento. Questo è anche il giudizio di Frank-Walter Steinmeier, capogruppo Spd al Bundestag che con aria trionfale dichiara alla stampa che Merkel "si è arresa facendo proprie le nostre tesi". In effetti, c'è ben più della semplice verifica parlamentare sulle decisioni da prendere in seno alla Ue, a cui si voleva comunque sottrarre Merkel, che invece anche la Corte costituzionale ha sollecitato a più riprese in passato. L'altro fatto nuovo, di natura squisitamente politica, e non puramente giuridico-istituzionale, è una risoluzione comune di tutti i gruppi parlamentari, fatta eccezione della Linke, sul fondo salva stati/euro.

martedì 1 novembre 2011

OGM: Una relazione valutativa conclude che la legislazione dell'UE avanza sulla giusta via

Bruxelles, 28 ottobre 2011 – Due relazioni indipendenti che valutavano la legislazione dell'Unione europea in tema di organismi geneticamente modificati (OGM) sono giunte alla conclusione che vi è ampio sostegno per gli obiettivi legislativi e dimostrano che le recenti iniziative legislative della Commissione vanno nella direzione giusta. Questi documenti, pubblicati oggi, sottolineano inoltre che occorre apportare alcuni adeguamenti se si vogliono raggiungere gli obiettivi della legislazione - la protezione della salute e dell'ambiente e la creazione di un mercato interno - e assicurare che la legislazione sia adeguatamente attuata. "Queste relazioni confermano che i problemi legati all'attuazione della legislazione in tema di OGM non provengono dalla sua concezione o dai suoi obiettivi, che rimangono pertinenti, ma piuttosto dal modo in cui queste questioni delicate sono gestite a livello politico" ha affermato John Dalli, Commissario responsabile per la salute e i consumatori.